Per Una
Sinistra Rivoluzionaria, ha ben chiaro, del programma, il punto riguardo le grandi opere e il trasporto pubblico.
Perché alla voce grandi opere, vi si può tranquillamente aggiungere l’aggettivo
di “inutili”, dove gli interessi del partito nazione e dei partiti al governo
sono unicamente economici , dal momento che non hanno creduto di dovere ai
cittadini – semmai quella si richiedeva necessaria - l’attenzione doverosa alla messa in sicurezza
delle infrastrutture già presenti, incentivando il trasporto su rotaia e gomma
e attuando politiche di alleggerimento ai lavoratori dei costi del trasporto
pubblico – che non significa sottrare risorse, tutt’al più rendersi conto del potere
di acquisto dei salariati e dei pendolari , in soluzioni per questi, che
dovrebbero essere economiche se non
addirittura gratuite - .
E ciò riguarda anche il sottoattraversamento ferroviario fiorentino
e la costruzione della stazione Foster, così tanto caldeggiati dal Presidente
della regione Enrico Rossi, che con la scusa di privilegiare il traffico dei
pendolari e di evitare pagamento di penali, ha pensato fosse più importante
non inimicarsi le cooperative impegnate
nell’opera.
Dunque la facile ironia di
gruppi neonazisti presenti alla trasmissione di ieri sera riguardo la stazione
Foster, ci pare davvero questione ignobile, anche solo da affrontare e scrivere
ma va scritto e va affrontato. Non a caso, lo sbaglio di pronuncia, giunge in
un momento di tensione dove a noi compagni, che avevamo deciso di denunciare l’aggressione
fascista a Macerata e il clima ammorbante che tali organizzazioni hanno creato
(rendendo asfittico non solo lo studio che purtroppo con questi condividevamo),
viene impedito e anche con toni piuttosto bruschi.
La democrazia, impugnata
come quello strumento atto a far parlare e condividere spazi di confronto
pubblico con militanze politiche che la stessa sancisse come
anticostituzionali, non è la democrazia che ci riguarda. La democrazia che dà
agibilità ai fascisti, non ci riguarda, la democrazia che nel nome di un
pluralismo consente a tali forze politiche di consolidarsi e di intentarsi in
stragi, attentati, omicidi, aggressioni, non ci riguarda, la democrazia che
dimentica che invitare tali forze politiche legittima in qualche modo i fatti
delittuosi e le aggressioni: a Macerata, a Firenze, a Fermo, a Pavia e in
diversi altri luoghi del Paese, non ci riguarda. Che sia preoccupazione di questo regime democratico di rifocillare i
propri cani, noi non abbiamo argomenti, se non quello di osteggiarli,
combatterli con ogni forza e mezzo.
Il problema non è quanto e
cosa Casa Pound abbia in mente o meno nelle politiche sociali ma quanto la
stessa parli – il tema della trasmissione, no? – alla pancia di una classe
sempre più frammentata e spaventata dal Capitale che nella divisione e nell’attacco
a se stessa, non riconoscendosi, si renda fomentata da costoro, davvero
pericolosa e a se stessa soprattutto. Perché la sicurezza non è solo un pezzo di
binario che salta a Pioltello ma è anche un Casseri che spara in un giorno di
mercato, un Mancini che massacra un nigeriano accorso in difesa di sua moglie, un Luca Trani che decide per la sua ideologia disumana
e xenofoba di sparare a sei persone, vendicando un delirante suo principio a
cui nessuno aveva chiesto alcun risarcimento.
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