E’ notizia di giovedì scorso dei 17 provvedimenti cautelari, sette arresti
domiciliari e dieci obblighi di firma che hanno visto coinvolti e duramente
colpiti i movimenti per il diritto all’abitare, riguardo la mobilitazione del
31 ottobre 2013.
I compagni di Roma, sono accusati di aver contestato la Conferenza Stato-Regioni
del 31 ottobre scorso, riunitasi per l’emergenza abitava e di aver assalito i
blindati della polizia che impedivano l’accesso a Palazzo Chigi.
Situazione simile a Napoli : 25 sono stati infatti i provvedimenti cautelari
che hanno colpito i disoccupati Bros, 10 gli arresti domiciliari e 15 gli
obblighi di dimora.
E’ evidente che la repressione si fa feroce, quando le forze politiche che
scendono in piazza, mettono a nudo l’incapacità del potere a dare valide e
concrete risposte ad istanze importanti e diritti fondamentali, come quello
della casa, la difesa dei territori e il lavoro.
Si cerca di colpire nel Movimento la lotta che fa della riappropriazione
diretta delle rendite e dei privilegi, una rivendicazione reale, concreta che
certo non deve suonare come una buona notizia, per chi negli anni, in un
intricato rapporto fatto di imprenditori, edilizia ed anche istituzioni, ha
speculato, edificando a proprio piacimento tenendo presente sempre il profitto
e non le persone.
Sottrarsi al ricatto della provvisorietà, della miseria, della precarietà e
dello sfruttamento, significa diventare motivo di vessazione in una escalation di
coercizioni e violenza.
A Napoli invece, nel mirino di Questura e Pm è finito il “Movimento
Disoccupati BROS”. Si contestano fatti lontani e legati a
manifestazioni di protesta, in un arco di tempo che va dal 2010 al 2014 e le
ipotesi di reato sono partecipazione ed associazione per delinquere finalizzata
alla commissione di crimini contro: l’incolumità pubblica, l’ordine pubblico e
pubblica amministrazione, in una pantomima assurda che capovolge la realtà.
Secondo la Digos e la Questura infatti tali condotte, sarebbero state
perpetrate per ottenere trattamenti privilegiati nell’assegnazione ed uso di
risorse pubbliche.
Il Pcl dà solidarietà a tutti i compagni che vivono questo momento davvero
difficile e sarà presente il 22 febbraio per Chiara, Nicolò, Claudio e Mattia,
in carcere dal 9 dicembre, accusati di terrorismo.
L’Assemblea del Movimento No Tav che si è tenuta il 14 febbraio, ha visto
anche per questa situazione diventata insostenibile, la presenza e l’intervento di numerosi militanti che hanno discusso e rilanciato le iniziative da
portare avanti nella giornata di sabato prossimo, giornata di rivendicazione
su tutto il territorio nazionale.
Con queste assurde motivazioni, è evidente infatti come la procura torinese
abbia voluto intimidire chi, da oramai da un quarto di secolo, si oppone
pugnacemente alla costruzione della linea ad alta velocità e allo spreco del
denaro pubblico.
Sempre al fianco dei compagni e di chi resiste, di chi combatte non
risparmiandosi, ci ritroveremo il 22 febbraio in Piazza Tasso alle 15 a
Firenze, tenendo sempre in mente che divisi facciamo l’astuto gioco del Padrone
e dunque dello Stato borghese.
Non disarticoliamoci , non disperdiamoci nelle lotte e soprattutto
ricordiamo quel giorno (e non solo) che i compagni, li vogliamo fuori dalle
galere! :-.
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