9.8.13

IL MURO DI GOMMA LIVORNESE



La storia dell' Offshore a Livorno nasce nella stessa natura della città dove la massoneria internazionale ha una base fondamentale storica, radicata e secolare. Confindustria è guidata dai Rotary, Lions e altro. E' legata alla Marina Militare che a sua volta è legata a Finmeccanica ( Wass ). Persino il vescovo convoca spesso le messe per militari ed industriali e dichiara che gli imprenditori sono i santi benefattori dell' umanità... 
Non solo ma Confindustria dirige il PD così profondamente che sta cambiando la fisionomia della città facendola diventare terra bruciata ambientale e un deserto invivibile nei quartieri più poveri e dimenticati come quelli a nord. Il progetto dell' Offshore nasce in questo tessuto. Sembra la tipica storia italiana fatta di costruzioni mafiose sistematiche. Consulenti comprati... Il Consiglio di Stato che si inventa una sentenza su dati falsi (dichiarandoli) e fantasiosi. ( paradossali numeri citati in sentenza delle gazzette ufficiali mai pubblicate - si arriva persino a sentenziare che solo chi abita nel punto dell' impianto può fare ricorso e difendere i cittadini- 22 km in mare aperto, quindi solo triglie e polpi). Documenti tecnici vincolanti che non esistono (vedi la misteriosa risposta OLT tecnica ai rilievi della commissione internazionale incaricata per la sicurezza dalla Regione Toscana). Addirittura c'e' un laboratorio biomarino amico (CIBM) che e' consulente di parte ( pagato da OLT e dal Comune). La cabina di pilotaggio del Santuario dei Cetacei (su protocollo internazionale) e' comprata. Esposti alla magistratura che finiscono nel nulla. Un sindaco che cambia le regole per evitare le consultazioni consultive. La giunta della Regione Toscana che vuole alla morte l'impianto al punto da annichilire Sel, ex Verdi, PRC e Com.Italiani sulla questione. L' interdizione in un area di 690 km quadrati di mare che la fa diventare una zona militare invalicabile come l'area 51 del Nevada. Nessuno tranne la OLT potrà sapere cosa succede sul terminale. Non si sa chi controlla e chi controlla i controllori. Non esiste una autorità responsabile della sicurezza dell'impianto. Non esistono piani di evacuazione e nessuno sa nulla in merito. 
E' talmente finto e posticcio tutto questo apparato che gli potrebbe franare addosso come un castello di carte. L' importante e' non mollare. Solo la mobilitazione può ribaltare tutto questo. 

Ruggero Rognoni PCL Livorno

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