10.1.14

#ILNOSTROJOBACT: RENZI E IL LAVORO



In questi giorni il neo segretario del PD Renzi ha lanciato la campagna mediatica intorno al " job act" ovvero il piano per il lavoro proposto dal suo partito. Questo piano, che si inserisce pienamente nel solco delle varie riforme di precarizzazione del lavoro ( dal pacchetto Treu alla legge Biagi), non solo non segna nessun punto di rottura col passato ma, anzi, rischia di rimanere solamente un proclama e una mossa mediatica priva di contenuto. A ben guardare nel " job act" targato Renzi di lavoro si parla ben poco. Si parla molto, invece, di sgravi alla piccola impresa, di fatturazione on line e sussidi di disoccupazione. Insomma, solamente un paravento, mutuato dai 5 stelle per recuperare consensi in quell'area. A presentare un " Job Act" serio, a questo punto, ci pensiamo noi del PCL: 
1. Blocco immediato di tutti i licenziamenti a qualsiasi livello 
2. Abolizione del precariato ( legge Biagi e similari) 
3. Assunzione di tutti i precari a tempo indeterminato. 
4. Riduzione dell'orario di lavoro a 6 ore giornaliere a parità di paga. 
5. Ridistribuzione del lavoro che c'è tra tutti i lavoratori. 
6. Abbassamento dell'età pensionabile a 60 anni per tutti. 
7. Permesso di soggiorno per tutti i lavoratori migranti. 
8. Ripristino immediato di tutti i diritti i diritti sindacali ed estensione degli stessi a tutti i lavoratori. 
 9. Abolizione del debito Pubblico ( 2000 miliardi) e nazionalizzazione delle banche e delle grandi aziende ( FIAT, TELECOM ECC..) 
 10. Investimenti di 90 miliardi l'anno in opere socialmente utili ( bonifica dei territori, ristrutturazione edifici pubblici, cultura, turismo). 
Su questi punti sfidiamo alla discussione, non solo Renzi, ma tutte le sinistre politiche e sindacali a partire dalla CGIL che svolge in questi giorni il suo congresso.

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