18.1.14

NO ALL'ACCORDO CGIL-CISL-UIL-CONFINDUSTRIA

No all'accordo Cgil Cisl Uil Confidustria (deroghe ai contratti e sanzioni a chi si oppone)
No alla regola incostituzionale che solo chi firma ha i diritti

La Cgil ritiri la firma

Il regolamento applicativo dell'accordo del 31 maggio sottoscritto il 10 gennaio da Confindustria e da CGIL CISL UIL viola lo Statuto della CGIL e soprattutto la Costituzione. Il testo sottoscritto trasforma in regole tassative i principi e lo spirito antidemocratici già contenuti nell'accordo del 31 maggio 2013. L'accordo viola la recente sentenza della Corte Costituzionale che ha riammesso la FIOM in Fiat, e afferma che solo i firmatari che accettano tutte le sue regole hanno i diritti sindacali. L'accordo accetta le deroghe in azienda ai contratti nazionali sugli orari, sulla prestazione e sulle condizioni di lavoro cioè su tutto, alla faccia di tutte le posizioni ufficiali della CGIL. Sacconi e il suo articolo 8 sono soddisfatti. L'accordo prevede la esigibilità degli accordi, di questi accordi in deroga, anche per chi non è d'accordo e le sanzioni per chi li contrasta, sanzioni sui diritti e persino pecuniarie, cioè grosse multe. Le sanzioni colpiscono il sindacato e anche i lavoratori che fanno i delegati aziendali. Questo è semplicemente l'accordo separato di Pomigliano esteso a tutti. L'accordo prevede che una giuria di arbitri formata da tre rappresentanti di CGIL CISL UIL, tre della Confindustria e un "esperto"esterno decida sui comportamenti delle categorie. Cioè chi non è d'accordo su un contratto, come la FIOM, sarà giudicato da una commissione dove padroni e sindacati complici sono la grande maggioranza. Tutte queste clausole violano la sentenza del luglio 2013 della Corte Costituzionale, che ha affermato che i diritti sindacali e soprattutto quello dei lavoratori a scegliere chi li rappresenta non possono essere vincolati alla firma degli accordi. Questo accordo viola i principi e lo Statuto della CGIL, che proclama la libertà e la democrazia sindacale. Questo accordo è la resa della CGIL al modello Fiat. Per questo noi chiediamo il ritiro della firma da parte della CGIL e annunciamo che in ogni caso non lo rispetteremo e lo contrasteremo. La segreteria della FIOM ora dice no, ma ha approvato l'intesa del 31 maggio di cui questo accordo è la pura applicazione. Inoltre la segreteria della FIOM al congresso della CGIL sostiene il documento di maggioranza che esalta questo terribile accordo. Coerenza minima vuole ora che chi non è d'accordo con queste regole antidemocratiche lo dica anche al congresso della CGIL. Basta con i giochi! Nelle assemblee congressuali votiamo il documento alternativo che dice no al 31 maggio e alle sue regole, che dice no alle deroghe, alle sanzioni, alla limitazione delle libertà dei lavoratori. Si deve sapere che c'è chi dissente, disobbedisce e soprattutto non si arrende.

IL SINDACATO È UN'ALTRA COSA
documento alternativo
sindacatounaltracosa.org

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