12.5.14

NARDELLA E IL PATTO ANTIDEGRADO





Per quanti ancora non ne fossero a conoscenza, durante le conclusioni dei lavori del TAVOLO PER LA SICUREZZA DI FIRENZE, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del questore e del sindaco reggente, è stata emanata una ordinanza, battezzata PATTO ANTIDEGRADO, una sorta di accordo che prevederebbe un’azione sinergica tra residenti, forze dell’ordine, amministrazione e attività commerciali, il tutto con l’intenzione di controllare e contenere alcuni aspetti della movida del centro storico della città e dunque di debellare il degrado. In realtà, è piuttosto evidente che un accordo così perbene, tra le righe della sua stesura, nasconda l’insidioso volto della pratica della repressione e una malcelata voglia di condotta proibizionista. Numerose, infatti, saranno le restrizioni e i provvedimenti che colpiranno i quartieri di Sant’Ambrogio e San Frediano, così come sarà drastico l’aumento dei controlli e della presenza delle forze di polizia nelle piazze e nelle strade; gli strumenti di tale progetto, sono individuati in presidi permanenti delle forze dell’ordine e nell’installazione di sistemi di sorveglianza, con la messa in opera di un certo numero di nuove telecamere il cui costo, tra città e provincia, è stimato intorno ai 200.000 euro, tutti presi dai fondi regionali. Questa supervisione sarà resa ancora più subdola e pervasiva, perché si avvarrà della stretta collaborazione di vigilantes, cui sarà consentito il controllo e la delazione, e corroborata dall’aumento della presenza di agenti della POLIZIA URBANA, ai quali sarà affidata, tra l’altro, la sorveglianza sui minimarket e sugli esercizi commerciali del settore, affinché ancora più efficace e restrittiva si riveli la proibizione della vendita di alcolici al di fuori degli orari prestabiliti; a tutto questo c’è da aggiungere, che il comune, dal canto proprio, ha già deciso di creare una ZTL notturna più stringente, con nuove porte telematiche attive per fasce orarie ulteriormente estese. Il sindaco reggente Dario Nardella è dell’avviso che una operazione così strutturata, possa regolare la movida nel centro storico, mentre l’intento reale è quello spostarla e ghettizzarla progressivamente verso la periferia, in modo tale che la vivibilità di Sant’Ambrogio e di San Frediano non siano messe in discussione, lasciando ai locali la possibilità di proseguire con i propri affari. Questa, in realtà, è una rappresaglia contro chi vive e gode delle strade di questi quartieri; indipendentemente dalla retorica elargita da comune e prefettura, quello che si otterrà nell’immediato, sarà l’assoluta militarizzazione e il pieno controllo di piazze e vie, dell’intera zona. È una dinamica piuttosto conosciuta il fatto che l’incremento delle forze di polizia nelle strade e la continua videosorveglianza, comporta, come passaggio successivo, l’inevitabile criminalizzazione, la condanna e la conseguente persecuzione di chiunque venga assimilato come problematico o poco attinente alla diafana bellezza di una città vetrina, spettatrice muta, anche dinanzi all’abuso di potere che spezza la vita di un giovane uomo come Riccardo Magherini. A Firenze, da anni, si avvicendano amministrazioni interessate soltanto ad accrescere i propri profitti attraverso la rendita edilizia, il cui effetto è quello dell’allontanamento dei proletari dai quartieri di Sant’Ambrogio e San Frediano, oramai divertimentifici notturni e quartieri da passeggio e shopping di giorno, a uso e consumo e beneficio di soli turisti e ceti abbienti. Non a caso, questi due quartieri, sono continuamente soggetti a politiche di riqualificazione, figlie delle logiche antidegrado e di mire speculative; un esempio lampante di questo, è dato dai progetti di parcheggio di piazza del Carmine e di piazza Brunelleschi. Il PCL rifiuta l’idea di una città a misura di ricco, in cui gli spazi di socializzazione e solidarietà si impoveriscano di contenuti e significati, rifiuta l’idea di una città che sia occupata esclusivamente a preservare e riproporre la propria immagine e il proprio benessere economico, isolando quanti desiderino piuttosto aggregarsi, incontrarsi, vivere il quartiere in sinergia con chi vi abita e lo popola. La città che il PCL vorrebbe costruire non è quella degli speculatori e dei padroni e soprattutto non è il modello in piccolo dello Stato di polizia che si va sempre più connotando e rafforzando in Italia e in Europa.

Attilio Armando Tronca - Candidato sindaco a Firenze 

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