1.2.15

IL PCL E' CON I COMPAGNI, I PROLETARI E I SOTTOPROLETARI DEL MOVIMENTO LOTTA PER LA CASA E SI OPPONE AGLI SFRATTI TUTTI




L’emergenza abitativa, non è questione oramai che più si possa rimandare e mentre il diritto alla casa, subisce continui attacchi, i quartieri, lontani dal centro storico e dallo sguardo del marketing rinascimentale, collassano, erosi dal vento gelido della crisi che se funzionale alla borghesia e di certo lo è soprattutto nell’isolamento che impone ai più poveri, demandano al ruolo di polveriere sociali le periferie-ghetto, in esistenze difficilissime, rendendo queste definitivamente prive di una qualsivoglia possibilità progettuale.

E’ stato un anno durissimo, in cui si sono susseguite al cardiopalma le notizie riguardo tutti coloro che in estrema difficoltà, erano rimasti senza un alloggio stabile o nell’impossibilità di pagare l’affitto, in bilico, in attesa da anni, dell’assegnazione di una casa popolare, si sono trovati costretti a vivere in uno stabile occupato.E’ stato un anno di politiche padronali e di arroganza, un anno che ha visto il ministro Lupi, mostrare i muscoli e lasciare senza ossigeno ogni tentativo di occupazione, arrivando ad eliminare addirittura il diritto agli allacci alle utenze con il Piano Casa.

Poi c’ha pensato la Saccardi, con la nuova legge regionale sulla casa ad umiliare chi, ostinandosi alla vita, decide di occupare e quindi di non rinunciare ad un tetto sotto la testa. La “legalità” e il “rigore”, sono diventati in questo modo, il lasciapassare che ha consentito l’ulteriore incarognimento delle istituzioni.

La vulgata infatti, in questo caso impone che siccome mancano sia i soldi che le case popolari, è gioco forza che vadano accorciate le liste ERP , stabilendo nuovi e assurdi criteri di assegnazione. Si stabilisce così la presenza sul territorio, per residenza e per lavoro stabile, di un periodo di tempo che da due anni, passa a cinque o addirittura, l’esclusione alle liste, qualora di possegga un titolo di proprietà - fosse anche un micragnoso lascito - o ancora, si abbia occupato alloggi nei 5 anni precedenti il bando.

E quest’ultimo punto significa una sola cosa: affidarsi ai servizi sociali, i primi responsabili nello smembramento delle famiglie che conseguentemente, dirottano in strutture, la cui gestione il più delle volte è a gestione privata, si arricchisce di soldi pubblici, ospitando a caro prezzo gli sfrattati. E gli sfratti si contano nell’ordine di centinaia, dal momento che non è stata concessa alcuna proroga per i nuclei familiari che hanno maggiore difficoltà.

E questa è la ragione e non ultima, per cui, forti del fatto che la dignità, non sia mercanzia che il capitalismo possa smerciare in termini di dolore e disperazione, ieri il Pcl, era accanto ai proletari e sottoproletari, che il neoliberismo vorrebbe soli, dicendo sì ai picchetti-antisfratto, alle occupazioni degli stabili sfitti, alle autoriduzioni del prezzo degli affitti, vicini a tutti coloro che alla volontà di non arrendersi e di continuare un percorso di lotta, affidano la propria speranza di riscatto e l’inalienabile diritto ad un’esistenza che sia almeno decorosa.

Abbiamo bisogno delle forze di tutti, in questo momento perché diventino conquista quotidiana: casa, reddito, salario e dignità ed è importante che sia sempre vicini ai compagni che per tali istanze, combattono tutti i giorni, sacrificandosi e pagando il più delle volte sulla propria pelle in termini di denunce, repressione, soprusi ed isolamento.

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