13.2.16

CONTRO IL GOVERNO DEL MACELLAIO AL-SISI E CONTRO IL SUO AMICO E AMMIRATORE RENZI



Il barbaro omicidio di stato di Giulio Regeni ha portato alla luce le atrocità commesse dal regime militare egiziano contro qualunque tipo di opposizione. Al_Sisi è andato al potere con un colpo di stato militare, sostenuto dalle potenze imperialiste occidentali, rovesciando il governo eletto democraticamente dal popolo egiziano dopo il trionfo della Rivoluzione del 2011 e la cacciata del corrotto e dispotico governo filo occidentale di Mubarak. 
Come spesso accade all’occidente la democrazia piace fintanto che a vincere sono i loro amici, quando vincono personaggi scomodi la “democrazia” non vale più e si ricorre a tutti i metodi, ovviamente non democratici, per rovesciare governi non graditi. Questo è successo in Cile con il golpe di Pinochet, in Burkina Faso con l’assassinio del presidente Sankara, in Congo con l’assassinio di Lumumba, in Venezuela con il tentativo di rovesciare Chavez, ecc. L’ultimo esempio della strategia imperialista è appunto l’Egitto di Al-Sisi. L’Italia è complice del regime dittatoriale e sanguinario egiziano. Il presidente del consiglio Matteo Renzi nel 2015 si è recato in visita ufficiale in Egitto dove ha incontrato il boia Al Sisi e non si è limitato a strette di mano e abbracci ma Renzi ha definito Al Sisi un “grande statista”. Ovviamente dietro a questi complimenti ci sono interessi economici consistenti. Oltre alla vendita di armi la visita di Renzi è servita a stipulare un contratto per lo sfruttamento dei giacimenti di gas egiziani nel mediterraneo che frutterà al regime di Al Sisi circa sette miliardi di dollari. Denaro che ovviamente non arriva al popolo egiziano ma che servirà al regime per continuare a mantenere il potere. La morte di Giulio ci ha fatto anche sapere alcune cose che sulla stampa italiana, escluso l’eccezione de “il manifesto” dove appunto scriveva Giulio, venivano taciute. In Egitto ci sono migliaia di vittime tra gli oppositori al governo, si parla di oltre 4500 morti e di alcune centinaia di desaparecidos. Soltanto nel 2016 sono scomparse nel niente alcune decine di persone attive nei movimenti di opposizione. Ad essere colpiti maggiormente, oltre al partito dei fratelli musulmani, sono le organizzazioni della sinistra politica e sindacale. Noi non crediamo alle lacrime di coccodrillo che in questi giorni hanno inondato la stampa e la televisione italiana, non riponiamo nessuna fiducia nell’azione del governo Renzi in quanto complice e sostenitore della dittatura egiziana. Crediamo che la verità sia chiara e non ci sia bisogno di tante indagini. Giulio è stato prima torturato e poi ucciso dalla polizia egiziana per la sua attività di giornalismo militante, per il suo sostegno alla causa del movimento operaio egiziano, ma soprattutto per il suo tentativo di scalfire la cappa di silenzio che negli ultimi anni ha avvolto la situazione egiziana. L’atrocità della polizia ha scombinato i piani del governo italiano ed ha scoperchiato una pentola di orrori di stato. 
E’ compito del movimento operaio italiano e di quello egiziano far emergere quello che è successo a Giulio e ad altri migliaia di egiziani. 

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI FIRENZE 
VIA DEGLI ALFANI, 13/R FIRENZE

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