3.10.10

CONTRO L’OFFENSIVA DEL CAPITALE SCIOPERO GENERALE: ANALISI DELLE RAGIONI DELLO SCIOPERO GENERALE SPAGNOLO DEL 29 SETTEMBRE

Lo scorso 29 settembre c’è stato in Spagna uno sciopero generale convocato dalla grande maggioranza dei sindacati spagnoli e appoggiato da ampi settori della sinistra politica e sociale. Lo sciopero, nonostante l’ostilità dei mezzi di comunicazione reazionari e socialdemocratici, ha registrato un’adesione prossima al 70%, paralizzando inoltre importanti settori economici come l’industria, i trasporti, l’edilizia.

Ufficialmente lo sciopero fu convocato contro la riforma del lavoro introdotta dal governo Zapatero con l’obiettivo di facilitare i licenziamenti e così, secondo la logica neoliberista, ottenere la fiducia dei mercati. Nel Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), oltre a tradire la loro base elettorale, si smarcano dal keinesismo e dalle ricette economiche tipiche della socialdemocrazia tradizionale per convertirsi semplicemente in un partito social-liberista agli ordini dei mercati finanziari.

Ufficiosamente i lavoratori che il giorno 29 hanno deciso di non andare ai loro posti di lavoro erano coscienti che la riforma del mercato del lavoro è soltanto uno dei fronti aperti dell’offensiva del capitale per indebolire il mondo del lavoro, insieme con la deregolarizzazione della protezione sociale, le privatizzazioni dei servizi pubblici, la riduzione delle imposte, l’aumento del loro carattere regressivo e la riduzione dei diritti lavorativi e sociali.

L’offensiva del capitale è ampia e non conosce frontiere. In Europa queste politiche neoliberiste sono state promosse dalla Banca Centrale Europea, dalla Commissione Europea e dal Consiglio Europeo, ed eseguite dagli stati membri sotto la minaccia di un aggravamento delle loro condizioni macroeconomiche. Il paradosso è dunque che, nonostante queste politiche neoliberiste siano la causa della crisi economica, ci vogliono imporre le stesse politiche, aggravate, come sua soluzione.

Di fronte a questa situazione il mondo del lavoro deve rispondere non solo attraverso scioperi isolati come quello spagnolo, ma con una costante mobilitazione della sua base che sia capace di implementare una strategia rivoluzionaria che affronti e sconfigga l’offensiva capitalista.

Lo sciopero generale del 29 settembre ha dimostrato che i lavoratori spagnoli sanno riconoscere i propri interessi di classe e che dunque non si lasceranno ingannare dalle riforme reazionarie di una socialdemocrazia venduta ai mercati finanziari e al capitale. Di fronte a questa situazione è responsabilità dei sindacati e della sinistra politica e sociale non accontentarsi di riforme di facciata e di singoli accordi con il governo di turno. È l’ora, tanto in Spagna quanto in Italia e nel resto d’Europa, di una mobilitazione seria contro l’offensiva sfrenata del capitale.

È l’ora di convertire scioperi isolati contro singole misure in veri scioperi generali contro il sistema capitalista. È l’ora, in definitiva, di iniziare la costruzione di una reale alternativa socialista.



David Baez. Sez. Firenze

2 commenti:

forlango7 ha detto...

bello articolo Baez! hai tutta la raggione. Coraggio ragazzi, forza PCL!!

Anonimo ha detto...

grazie compagno, unisciti a noi per dare forza al partito

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