28.4.14

IN NOME DI RICCARDO MAGHERINI






Firenze: il Borgo San Frediano è il rione dove un tempo c’erano le botteghe artigiane d’Oltrarno; il borgo prende nome dalla presenza di una chiesa e un convento costruiti prima del X secolo e attivi sin quasi alla fine del 1700; zona della città ricca di storia, è quella dove la “parlata” fiorentina ha avuto maggior diffusione, zona resa celebre anche dal libro di Vasco Pratolini: “Le ragazze di San Frediano”.
Siamo nella notte tra il 2 e il 3 marzo di quest’anno, tra le ventiquattro e l’una, il borgo a quell’ora vive la sua attività fatta di pizzerie e ristorantini per turisti e da uno di questi, dopo aver cenato, esce Riccardo Magherini, più o meno quaranta anni, ex calciatore cresciuto nel vivaio della Fiorentina, una storia personale vissuta con alcuni disagi, si era appena separato dalla moglie e un passato in cui è entrato anche il consumo di droga; è in stato di agitazione, vaga per il quartiere, urlando che gli hanno rubato portafoglio e telefonino, entra in una pizzeria, dove era conosciuto, la sua agitazione nel frattempo è cresciuta, urla nuovamente, prende il cellulare di un cameriere e prima di uscire sfonda la porta a vetri del locale.
Di nuovo in strada riesce a entrare nella macchina di una donna; questa testimone, che riesce a farlo scendere dalla sua auto, lo descrive come visibilmente alterato ma non pericoloso.
Riprende il suo vagare per strada, chiede aiuto perché è convinto della presenza di una persona che voglia ammazzarlo, qualcuno sente le grida e chiama il 112, ma la richiesta di intervento, secondo quanto dichiara Andrea, il fratello di Riccardo, non ha riguardato la presenza di “Un uomo violento per strada.”, ma di “Uno che chiede aiuto per strada.” ed è a questo punto che arrivano i Carabinieri: sono in due e cercano di fermarlo, nasce una sorta di colluttazione, un attimo dopo i Carabinieri sono quattro lo immobilizzano, steso a terra a pancia in giù e lo ammanettano secondo una prassi che va sotto il nome di “azione di contenimento”, termine pudico e ipocrita, che definisce il fatto che una persona fermata, sia messa a terra, pancia in giù, ammanettato con le braccia dietro alla schiena, in una situazione di dolore fisico.
Magherini sta male, urla che lo ammazzano, verso l’una di notte sono gli stessi carabinieri a chiamare il 118 e si presenta un’ambulanza senza medico a bordo, sul posto dagli operatori del 118 viene chiamato un medico, si perdono minuti preziosi, arrivato in ospedale, alle 2.45 viene costatato il decesso.
Cosa sia successo prima e dopo l’ammanettamento è tutto da chiarire, né tocca a chi scrive poter imbastire indagini o processi, resta solo il proporre una riflessione su fatti analogamente vissuti con altri nomi, in altri luoghi e con altre modalità ma il cui risultato rimane identico: la morte dell’arrestato.
Come non tracciare un filo rosso con i nomi di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, FedericoAldrovandi o Michele Ferulli, perché le escoriazioni e le tumefazioni presenti su Magherini sono un fatto e sono reali.
L’indagine della procura, dopo una prima dichiarazione di voler procedere in maniera netta e precisa, pare si sia attenuata, ma a riguardo ci sono azioni su fronti diversi: la famiglia di Magherini, se non lo ha già fatto, denuncerà Carabinieri e operatori del 118, ma al fianco di questa azione, il senatore Luigi Manconi presidente della commissione Diritti Umani di Palazzo Madama, ha portato nelle aule del senato quanto è accaduto: “Chiedo al ministro della Giustizia, al Procuratore generale presso la Cassazione e al CSM se non vi siano sufficienti motivi per esercitare il controllo di legalità nei confronti degli atti compiuti dal Procuratore che conduce l’indagine sulla morte di Magherini.” è quanto lo stesso ha affermato, aggiungendo: “In uno sbalorditivo comunicato non firmato, attribuito alla Procura di Firenze e reso noto il 24 aprile si fanno alcune singolari affermazioni a proposito della morte di Riccardo Magherini, avvenuta a Firenze il 3 marzo scorso a seguito di un fermo a opera di una pattuglia di carabinieri.” … “Ieri in una conferenza stampa al Senato – continua Manconi – ho mostrato le immagini di quel fermo: un contesto violento, un uomo immobilizzato a terra per lunghissimi minuti, il rumore dei colpi, le urla, i commenti. Il video è oggi disponibile su internet e chiunque potrà farsi un’idea e trarne un’opinione. Ma il comunicato attribuito alla Procura sostiene che nel filmato ‘non si evidenziano violenze di alcun genere’ (anche se viene precisato che ci si riferisce esclusivamente alla ‘fase degli accadimenti successivi alla immobilizzazione del giovane). Ognuno può osservare e valutare.”.
Purtroppo, in maniera morbida e anodina si è già messa in moto la macchina per l’opera di demonizzazione della persona di Riccardo Magherini: è stato denunciato per rapina, per aver preso il cellulare del cameriere della pizzeria; denunciare un morto non ha nessun senso, ma una persona, con la denuncia viene in qualche modo marchiata per orientare sulle cause di morte, bollando la vittima come una persona che vive fuori dalla legge.
Che dire di tutto questo, la Firenze post renziana, città-museo, modello fiorentino, con la reggenza del vicesindaco Dario Nardella, sembra aver aumentato la propria capacità di controllo: posti di blocco e polizia dovunque, questo per evitare che la vetrina da offrire in immagine, possa esser in qualche modo disturbata da episodi del tipo Via de’ Servi o Via del Romito, con risposte, alla protesta contro un disagio, spesso violente, senza riserve.



Armando Tronca
candidato sindaco
per la città di Firenze
nelle liste del PCL


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