2.8.14

BARBARA SPINELLI TRA GIUSTIZIALISMO E MORALISMO: IL VUOTO DI DIREZIONE DELLA LISTA TSIPRAS



Sul Fatto Quotidiano del 23 Luglio è stato pubblicato un articolo di Barbara Spinelli in cui, discutendo dell'assoluzione di Berlusconi, l'europarlamentare si è lanciata in un impegnativo paragone tra l'ex premier e il Marchese De Sade. L'articolo è tremendo sotto tutti i punti i punti di vista. 

Sostanzialmente, sullo sfondo del tema dell'assoluzione, dall'articolo emergono due punti centrali. Nella prima parte Spinelli lamenta la politicità della sentenza del caso Ruby, nella seconda si lancia nel già citato parallelo tra Berlusconi e De Sade. In merito alla sentenza di assoluzione per Berlusconi, la giornalista parte da un punto condivisibile per arrivare a conclusioni drammatiche. Il punto di partenza del ragionamento di Spinelli è che la sentenza del processo Berlusconi è politica, per permettere a Berlusconi di reggere il cosiddetto patto del nazareno ed entrare a pieno titolo nel ruolo di padre costituente. Ne deduce forse che la magistratura, in quanto parte fondamentale dello Stato Borghese, è ampiamente coinvolta nei suoi meccanismi e ha il potere di favorire questa o quella tenuta? Certo che no, la sua conclusione è che i magistrati, poverini, possono solo dare una risposta giuridica e che in molti casi hanno le mani legate. Barbara Spinelli sembra ignorare che la Legge Severino era già in vigore al momento della precedente sentenza di condanna. Questo argomento, che in realtà non fa che aumentare le prove a carico della tesi dell'assoluzione politica, è rimosso dalla sua ricostruzione. Il motivo va ricercato nel fatto che a Spinelli non interessa tanto la ricostruzione della vicenda giudiziaria, quanto la costruzione di una rappresentazione del tutto strumentale e parziale che vede da un lato la buona magistratura, impossibilitata a fare il giusto per il rispetto che ha delle istituzioni, e dall'altro il "politico corrotto", che sfrutta a suo vantaggio i limiti della magistratura. Spinelli arriva a dire che il politico sospettato è marchiato per sempre dal sospetto. L'assoluzione non implica niente e chiunque venga sospettato dovrebbe semplicemente sparire dalla scena pubblica. Verrebbe da chiederle cosa crede che ne pensino di questa sua presa di posizione tutti quei compagni assolti dalle peggiori accuse nel corso di tutta la storia repubblicana. Si potrebbe cominciare col ricordarle che sono molto meno di quelli condannati, perchè se la magistratura è indulgente se si tratta di difendere uno dei suoi componenti organici, è incredibilmente feroce nella repressione di chi si oppone alle fondamenta dello Stato e della società capitalista. Nella parole di Spinelli non c'è il minimo cenno all'indipendenza della sinistra dalla magistratura e dalle questure, non c'è, figuriamoci, alcun richiamo all'indipendenza di classe. Le righe del suo articolo sono invece ripiene di ammiccamenti alla magistratura, di lodi sperticate per Falcone e Borsellino, integrati tout court nel campo dei miti della sinistra (questurina) quando invece questi erano uomini dello Stato borghese, che agivano all'interno di dinamiche integralmente borghesi e che, almeno nel caso di Borsellino, hanno avuto una formazione e una pratica politica organica a formazioni fasciste (Borsellino è stato un dirigente del FUAN, organizzazione studentesca del MSI). Nella sua visione, la sinistra che lei rappresenta come europarlamentare, orfana di un ruolo politico significativo, deve appoggiarsi alla magistratura, che deve funzionare da supplente politico e occupare lo spazio che la lista Tsipras, Spinelli in testa, non sono assolutamente in grado di riempire. 

Da questo punto di vista l'articolo è ampiamente rivelatore di un grosso malinteso. Le recenti esperienze di Rivoluzione Civile a guida Ingroia prima e della Lista Tsipras poi, per non parlare delle numerose liste nelle amministrazioni locali (come il caso di Napoli) all'interno delle quali troviamo l'alleanza di Rifondazione con Italia dei Valori, con sempre più esponenti della magistratura e delle forze dell'ordine in lista, dimostrano una subalternità delle forze della sinistra riformista, con Rifondazione in testa, alla Magistratura e alle forze questurine che vi fanno riferimento. Le direzioni di queste forze, incapaci di trovare il bandolo della matassa della loro crisi storica, hanno abdicato ad un gruppo di cosiddetti intellettuali del tutto organici all'ideologia borghese, come è Spinelli e come lo sono il gruppo di "Garanti" dell'esperienza Tsipras, che cercano disperatamente di avere un ruolo contrattuale di qualunque tipo, arrivando perfino ad inseguire i vari Grillo e Travaglio nelle loro esternazioni più grottesche. Gli slanci di Spinelli sono destinati a cadere nel vuoto: se c'è un partito superquesturino, a cui il malcontento giustizialista può far riferimento in termini di voto quello è sicuramente il Movimento 5 Stelle, sempre più giustizialista e con degli eccessi propagandistici a dir poco spaventosi, come nel caso della proposta di "processi online" o della "rivelazione" di Grillo che la Digos sarebbe tutta dalla parte del M5S. Ma l'articolo di Spinelli si spinge oltre a questo. 

Nel commentare il passaggio di consegne tra Berlusconi e Monti, Spinelli (che avvalla senza un cenno di argomentazione la lettura del "colpo di stato") arriva ad affermare che Berlusconi è stato rimosso perchè inaffidabile agli occhi dell'Europa e oltre l'Europa, a causa del suo comportamento libertino. Berlusconi sarebbe stato ricattabile e dunque non in grado di sostenere i suoi compiti di Primo Ministro. In poche righe Spinelli liquida ogni analisi di classe delle dinamiche che hanno portato al passaggio tra Berlusconi e Monti, rimuove completamente il fatto che Berlusconi era sorretto da un blocco sociale, quello della piccola e media borghesia, che doveva essere colpito, insieme al proletariato e alla classe operaia, dalle manovre richieste dalla grande borghesia italiana ed europea e che dunque Berlusconi era inadatto perchè non poteva assolverlo senza dissolvere il proprio consenso elettorale, cosa tra l'altro che era già cominciata da tempo. L'analisi di Spinelli, completamente moralista, raggiunge l'apice del bigottismo quando, in quello che è riducibile ad uno slancio di presunzione intellettuale, paragona Berlusconi e De Sade. 

La parte dell'articolo dedicata a questo paragone è un concentrato di superficialità letterarie e filosofiche, miste ad un moralismo ed una superbia totalmente piccolo borghesi.E' sufficiente citare alcuni passi per capirne il senso profondo: "Ci sarebbe del fascino in chi trasgredisce ogni regola della decenza." (Quale decenza?), "Chi oltraggia la natura ora riscrive la Costituzione " (Quale natura?). 

Nel parallelo tra i due personaggi, De Sade ne esce ricostruito come una macchietta, utile solo a mostrare l'orrore dello stile di vita berlusconiano associato alla vita politica. Tra tutte le ingenuità che Spinelli scrive nell'ultima parte dell'articolo, una in particolare merita cenno: "Ma Sade è uno scrittore. Lavora con la fantasia e la penna. Nelle sue opere erige il diritto del più forte a dogma assoluto e lo descrive, ma non è mai sceso in politica. Le sue fantasticherie erano paradossali e notturne. Il giorno era dominio degli altri." .  
Questo passo, anche per la sua scelta terminologica (scendere in politica) rivela una concezione del politico completamente soggiogato alle logiche del mondo borghese e completamente identificato con l'attività amministrativa dell'esistente. 

L'articolo di Spinelli non è che l'ennesima conferma che la Lista Tsipras, lungi dall'essere l'embrione di una sinistra (riformista) ricostruita, non è che un baraccone che è servito e servirà ad alcune eminenze per costruire esclusivamente se stessi. Lo stesso raggiungimento del quorum, che è testimonianza positiva della richiesta di rappresentanza di una parte del popolo della sinistra, va inquadrato in questo orizzonte. La confusione e la mancanza di ogni tipo di prospettiva che andasse oltre il raggiungimento del quorum si palesa oggi nello sfacelo delle dirigenze delle principali organizzazioni raccolte dalla Lista Tsipras. 

Contro questa confusione mista ad opportunismi di vario genere, il Partito comunista dei lavoratori continua la sua battaglia controcorrente per la costruzione di un partito che faccia dell'indipendenza di classe e di un programma di rivoluzione sociale la sua ragione d'essere. 

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Di seguito il link all'articolo originale di Barbara Spinelli 

http://triskel182.wordpress.com/2014/07/23/cosi-berlusconi-porto-de-sade-a-palazzo-chigi-barbara-spinelli/

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