22.8.14

EX CONCORDE. AZIONE DI FORZA: ENEL STACCA LA LUCE, SCATTA LA PROTESTA



Ieri, nel pomeriggio, gli occupanti dell’ex albergo Concorde hanno messo in atto, in viale Gori, un corteo, per protestare, in maniera pacifica, contro l'intervento dei tecnici ENEL, che hanno operato il distacco della fornitura. Durante l'intervento, gli occupanti affacciati alle finestre hanno gridato la loro protesta contro il distacco dell'energia elettrica per poi farla proseguire con un corteo al quale hanno partecipato una quarantina di persone tra le quali anche alcuni bambini, in tutto questo, i tecnici dell'Enel, dopo aver effettuato il distacco, hanno anche provveduto alla messa in sicurezza e alla blindatura della cabina elettrica, per impedire che la cosa potesse ripetersi. Al di là di quanto sin qui detto, che rimane pura cronaca, l’amara considerazione da fare, rimane sempre la stessa: il dramma è la dinamica delle politiche borghesi, sempre più ciniche e incattivite dalla logica del libero mercato, dove le azioni, figlie di povertà e disperazione, diventano crimine e dove chi non ha forza per reclamare i propri diritti è messo, non ai margini, ma nell’immondezzaio. L’emergenza abitativa, è l’elemento centrale di una delle più brutte storie della nostra società, dove precarietà, indigenza, mancanza di solidarietà, l’inosservanza del primordiale diritto ad abitare, rimangono quella serie di cose che le istituzioni continuano a tamponare con espedienti che nulla hanno a che vedere con la volontà di risolvere il problema alla radice, aggredendo le cause che l’hanno generata. Il capolavoro legislativo è il decreto Renzi - Lupi, nei riguardi del quale è stata evidenziata, durante la discussione in Senato, tutta una serie di contraddizioni, ma che alla fine, per lasciarlo così com’era nato, è stato approvato facendo ricorso alla solita fiducia. La parte del decreto che proprio non si può digerire è, infatti, che si continua a tenere in essere la scandalosa meccanica che favorisce il trasferimento di denaro pubblico nelle disponibilità dei privati e che si continui a favorire il consumo di suolo e la conseguente speculazione, senza che ci si ponga minimamente il problema delle condizioni, di quanti, italiani o migranti, disoccupati, privi di alcuna forma di reddito, o cassintegrati che non possono più permettersi il costo, oramai fuori mercato, di un affitto o di un mutuo. Nelle grandi città come nelle piccole, assessori e giunte potrebbero fare tantissimo se solo avessero il coraggio e l’intelligenza politica di utilizzare al meglio gli strumenti che la legge mette loro a disposizione, in maniera da operare scelte in controtendenza rispetto ai desiderata di palazzinari, speculatori e governi creati ad hoc per garantirne i privilegi, ma questo significherebbe scegliere di porre il benessere sociale al centro della propria azione politica, purtroppo va detto che le azioni politiche ispirate a questo criterio sono praticamente inesistenti. Va ricordato che in Senato, durante la discussione per l’approvazione del decreto Renzi - Lupi, il senatore PD Felice Casson propose la requisizione, senza indennizzo, per i grandi stabili privati inutilizzati da più di tre anni, proposta che naturalmente è stata bocciata; un’azione in controtendenza è, invece, una delibera recentemente approvata dal Comune di Napoli che requisirà il costruito vuoto e inutilizzato per ricavarne alloggi. Ovviamente la questione è semplicemente una questione di rapporti di forza, se le istituzioni locali vengono messe con le spalle al muro, si trovano costrette a prendere decisioni in controtendenza. Il serio timore, però, è che quanto accaduto a Napoli, possa rimanere un episodio isolato perché le cronache delle nostre città continuano a parlare di famiglie sfrattate costrette ad accettare le improbabili soluzioni proposte dai servizi sociali, continuano a parlare di canone concordato (che favorisce solo i proprietari) e di housing sociale (che favorisce cooperative e costruttori) e per disoccupati, precari, lavoratori che subiscono riduzione di orario, licenziamenti, cassa integrazione, rimangono solo marginalità, perdita della casa, con la conseguente perdita della residenza e dei diritti connessi relativi a salute, scuola, voto, permanenza sul territorio italiano ecc. Il PCL esprime la propria solidarietà a immigrati, proletari e a tutti coloro che, in questa situazione, solo nella lotta e nell’autorganizzazione orizzontale dal basso, possono contribuire a costruire la capacità di resistere al peso schiacciante della crisi che sta massacrando e quindi la capacità di gettare il seme di quella trasformazione politica in vista di un mondo basato sul benessere sociale piuttosto che sul profitto. Il PCL è qui anche per ribadire agli amministratori locali dalla propria costante presenza al fianco di ogni persona o famiglia che deciderà di opporsi all’ingiustizia dello sfratto, pronto a sostenere il riappropriarsi di ogni diritto che viene sottratto e pronto a innescare il conflitto se l’operato di quanti sono preposti al governo di queste cose continuerà ad avallare le scelte criminali di chi specula sulla vita e l’esistenza delle persone, perché va ricordato a tutti, con forza, che la casa è un diritto sancito dalla Costituzione Italiana, dalle leggi europee e da tutti i dettati del diritto internazionale. Oggi il vero crimine è l’affitto non l’occupazione di chi non ha mezzi e risorse e non vuole rinunciare alla propria dignità dell’esser persona. 

SOLIDARIETA' AGLI OCCUPANTI DEL CONCORDE 

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

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