3.8.14

MARCO RIZZO, IL SIONISMO E I DUE POPOLI E DUE STATI



Riportiamo un'altro pezzo del comunicato del Partito Comunista di Marco Rizzo sulla questione palestinese: 

I comunisti sono in prima fila nella mobilitazione contro tale vile aggressione che sta causando un vero e proprio genocidio, e, sulla base del principio della autodeterminazione dei popoli che dà loro il diritto a scegliere il proprio futuro senza l’intervento dell’imperialismo, esprimono piena solidarietà al popolo ed alle organizzazioni politiche palestinesi, prima fra tutte il Partito Comunista di Palestina, e si pronunciano contro l’occupazione sionista sostenuta dall’imperialismo statunitense ed europeo, per la liberazione della Palestina attraverso lo smantellamento degli insediamenti illegittimi dei coloni israeliani ed il ritiro di Israele entro i confini del 1967, la liberazione dei detenuti politici palestinesi dalle carceri israeliane e l’immediata cessazione dell’embargo e dell’aggressione militare in atto contro la popolazione palestinese di Gaza. 

Nella peggiore tradizione riformista si ripropone il concetto reazionario e filosionista dei due popoli due stati. 
Si riconosce di fatto l'esistenza di uno stato confessionale e razzista nato da una decisione delle potenze dominanti alla fine della seconda guerra mondiale. Si riconosce la nascita di uno stato nato dalla tragedia del popolo palestinese che nel 1948 fu espulso dalla propria terra per creare una entità razzista. Si mettono sullo stesso piano aggrediti ed aggressori, si ignora che uno dei due stati è ricco, armato con testate nucleari, appoggiato dall'imperialismo USA, fondato su una ideologia barbara e reazionaria. Dall'altra parte ci sono dei bantustan poveri, senza esercito e senza armi, colonizzati dal 1948. 
Riproporre la teoria dei dei popoli due stati significa o essere in malafede o fare gli interessi del sionismo. Se questo lo promuovono i comunisti è ancor più grave, non è bastato il tradimento di Stalin nel 1947 con il riconoscimento all'ONU di Israele ma si insiste anche sessanta anni dopo, senza fare nessuna autocritica, anzi riproponendo la solita zuppa che ormai puzza di merda. 

L'unica battaglia che vale la pena di combattere è quella per una Palestina laica, unita e socialista, dove potranno convivere insieme ebrei, arabi e cristiani. Le altre soluzioni hanno già dimostrato il loro fallimento, riproporle oggi è criminale.

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