“Fragole e sangue”,
penso che pochi lo conoscano, è un film del 1970 che mi e capitato di vedere in
un cineclub: è il racconto della protesta studentesca che si svolge all’interno
di una università americana, contro la decisione del rettore di cedere alle
forze armate dei terreni destinati alla comunità afroamericana.
Finisce in un
bagno di sangue, interviene la polizia che con lacrimogeni, manganellate e
calci rimette a posto le cose e l’ultima immagine è quella di un ragazzo con il
volto coperto di sangue, mentre un gruppo di agenti lo trattiene a terra
e alla fine si vedono solo le sue mani alzate e aperte a significare la resa di
fronte al potere.
Oramai è una
costante, ci pensavo qualche giorno fa, quando alla manifestazione degli
studenti i manganelli sono entrati in azione.
Quella di
ieri è una storia analoga e non perché siano stai picchiati degli operai e il
capo della FIOM, a cose del genere ci si abitua; la cosa realmente indecente è
quella sorta di minuetto di Stato che ne è seguito: indignazione espressa da
tanti, a più livelli, con le stesse parole che significavano, a ogni
dichiarazione, niente di niente, ma l’indignazione c’era, almeno così hanno
ribadito tutti quelli che in televisione, hanno avuto il loro minuto di show.
Il premier
Renzi ha detto che bisognava appurare i fatti e agire di conseguenza e tutta la
corte è stata sulle sue corde: conoscere e provvedere.
Poi
finalmente ieri c’è stata l’informativa di Angelino Alfano, di un perfetto
cerchiobottismo: gli operai sono bravi, belli e buoni, gli agenti sono bravi,
belli e buoni, più una serie di altre cose, identiche ad altre già dette.
Sì, ma
allora, se in quella piazza erano tutti bravi, belli e buoni, i cattivi chi
erano?
Anche ieri
l’indignazione si tagliava con il coltello, durante il vibrante intervento del
nostro Angelino, ma tranquilli, tra un paio di giorni sarà diluita e tra una
settimana tutti avranno dimenticato tutto, o almeno il potere così spera.
Resistenza Rossa
Resistenza Rossa
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