16.3.15

MIGRANTI NUOVO CAPITOLO




Tripoli, bel suol d’amore, ti giunga dolce questa mia canzon!” così iniziava il refrain di una famosa canzonetta del periodo fascista, per concludere: “Tripoli, terra incantata, sarai italiana al rombo del cannon!”.
Da sempre il Nord Africa, è stato una spina nel fianco della civilissima Europa e i suoi rapporti con questa parte del mondo sono sempre passati attraverso un impegno di truppe, soldati, eserciti, insomma un portare guerre, vissute con tecnologie diverse, a seconda delle epoche impegnate, vuoi perché dovevamo convertirli, vuoi perché, un po’ di secoli dopo ci serviva avere possedimenti che allargassero la sfera d’influenza degli imperi e soprattutto serviva a questi, il prendere, da padroni, le materie prime necessarie allo sviluppo, vuoi perché la scoperta del petrolio ha dischiuso un mondo di potere, soldi e ricchezza, inimmaginabile da poter lasciare gestire a quei semiselvaggi nativi cui, magari, la storia sarebbe riuscita a consegnare, senza gli interventi dell’occidente, un corretto utilizzo delle proprie ricchezze e risorse con un eventuale godimento di benefici economici che si sarebbero potuti tradurre in benefici sociali, che a loro volta si sarebbero potuti tradurre in crescita sociale, solo che c’è stato chi ha preferito i fucili per esportare il concetto di democrazia, ma questa è un’altra storia.
Adesso la vecchia, flaccida e borghese Europa guarda a questi paesi con mutato interesse, quello che nasce dalla paura, sì, perché dopo anni che si è fatto finta di voler aiutare questi popoli, lasciando che patissero tutto il patibile e dove la morte era l’unica alternativa per evitare stenti, sofferenze, povertà, violenza e quant’altro, adesso i migranti, quelli sopravvissuti, che sin’ora hanno provveduto a ingrassare quanti sulla loro pelle erano riusciti a organizzare traffici tutti di natura rigorosamente assistenziale, possono diventare mezzo di veicolo del terrorismo e allora ecco la risposta: pronta, efficiente, dura, militare.
L’ignobile finto interessamento della frase “Aiutiamoli a casa loro.”, cioè, invece di farli morire in mare, facciamoli morire prima che si imbarchino, adesso sta, con qualche variazione sul tema, per realizzarsi, sì perché nei riguardi dei migranti ora cambia tutto: RESPINGIMENTI ASSISTITI è la nuova frontiera, la nuova formula pensata, messa a punto e pronta per essere sperimentata nel governo della tragedia dei migranti.
Bruxelles ha in ipotesi di aprire in Nord Africa dei megacentri di accoglienza coatta, perché le mosse strategiche per contenere la migrazione dall’Africa, per contrastare il terrorismo e i traffici illegali prevedono da parte di UE, ONU e NATO blocchi navali e un’ulteriore presenza militare nel Mediterraneo, mentre l’Italia si prepara al pattugliamento di quelle coste condividendo l’operatività con le unità da guerra dei paesi nordafricani.
I vertici internazionali per rendere operative le migliaia di parole spese a riguardo si sono sprecati: cooperazione bilaterale in ambito di difesa e sicurezza nel Mediterraneo, rafforzamento dell’iniziativa 5+5 (Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia), crisi libica, azioni di contrasto all’ISIS, sono stati i temi principali dei colloqui tra Roberta Pinotti, nostro Ministro della Difesa e i vertici istituzionali del Marocco, ma il capolavoro rimane quello del buon Angelino Alfano, nostro Ministro agli Affari Interni, che a Bruxelles, in una riunione con i suoi colleghi di Francia, Germania, Spagna e con Dimitris Avramopoulos, commissario UE all’Immigrazione, ha proposto di “coinvolgere direttamente i paesi terzi affidabili nella sorveglianza marittima e nelle attività di ricerca e salvataggio”, in modo che i migranti, una volta salvati in mare, vengano immediatamente ricondotti in Nord Africa.
L’attenzione è ovviamente tutta incentrata sulle coste libiche perché è quella oramai la maggiore base d’imbarco, ma per il momento è con il governo di Tunisi che la cooperazione è diventata piuttosto fattiva, infatti, sempre secondo quanto dichiarato da Alfano, ove mai dovesse accadere che unità da guerra tunisine, pattugliando le proprie coste, dovessero intercettare imbarcazioni con migranti clandestini, nel pieno rispetto delle leggi del mare, oramai assorbite nei vari codici della navigazione, queste dovrebbero accompagnare le persone soccorse nel “luogo sicuro più vicino”, in questo caso la Tunisia, dove “rappresentanti degli Stati membri dell’UE e delle due agenzie ONU dei rifugiati (UNHCR) e dei migranti (IOM) assisterebbero le autorità tunisine” nella gestione di queste emergenze (è sempre il Ministro agli Affari Interni che declama) le previsioni sono che “questo nuovo possibile modello di cooperazione con i paesi terzi produrrebbe anche un effetto deterrente, così che sempre meno migranti sarebbero pronti a mettere a rischio la loro vita per raggiungere le coste europee e porterebbe a una riduzione della portata del fenomeno nel medio -lungo termine”.
Gli interventi sarebbero sostenuti dall’UE, mediante finanziamenti, assistenza tecnica, invio di tecnologie per il pattugliamento marittimo, in modo da mettere in piedi un capillare sistema di controllo di quelle coste, creando una sorta di sbarramento oltre il quale i migranti non potrebbero andare, è ovvio che vi sono contatti in corso per allargare il giro anche a Egitto e Marocco.
La cosa indecente in tutto questo è la manifesta, reiterata, oziosa e arrogante incapacità con cui è stata sin qui gestita l’emergenza migranti: l’Aiutiamoli a casa loro, non è mai stata un’ipotesi presa in considerazione, conviene a troppi che i migranti vengano qui e siano “assistiti” qui, ma ancora più indecente è quando ogni volta si è sentito dire di dover colpire itrafficanti di questa sorta di moderna schiavitù.
Che dietro all’organizzazione di tutto quanto ci sia una sorta di internazionale del crimine oramai è fuori di dubbio, anche perché è difficile da credere che un pastore o un contadino di quelle terre riesca a fare gruppo assieme ad altri come lui, comprare un gommone, pagare uno che sia a suo agio nell’utilizzo di GPS, nel manovrare un natante e partire per mare.
Allora ci si chiede come mai in un’epoca in cui esistono tecnologie in grado di fotografarti da un satellite come se lo stessero facendo da un metro, non sia stato possibile emendare strategie che non lasciassero nelle mani di delinquenti questo sconquasso epocale di interi popoli.
In tutto questo la Tunisia ha, per il momento, incassato dall’Italia (accordo bilaterale del maggio 2011) quattro motovedette Classe 700, due imbarcazioni Classe 500 e tredici sistemi radar di pattugliamento più accordi vari di assistenza e know how.
Cosa cambierà adesso?
Abbastanza e in peggio. Non è azzardato ipotizzare che se lasciato alle navi da guerra delle marinerie dei paesi nord africani, il soccorso dei migranti sarà meno umanitario di quanto accade ora, anche perché da quelle parti non c’è dietro alle navi pattugliatrici, un’opinione pubblica che gridi a gran voce contro le morti in mare.

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