19.3.15

LA BCE - NELLA SOCIETA' CHE RAPPRESENTA, IN FUNZIONE DELLE NECESSITA' E DEI DESIDERI DI POCHI - SI FA IL RESTYLING A FRANCOFORTE


Finalmente una buona notizia, sì, perché la BCE, dopo tanti sacrifici e dopo anni di oculati risparmi, ieri 18 marzo 2015, ha inaugurato la sua nuova sede nella città di Francoforte; si tratta di un grandioso edificio alto 185 metri con due torri che svettano nella porzione di cielo sul quartiere del Grossmarkthalle, quello dei vecchi mercati generali della città.

Non si può non esser che entusiasti, la nuova sede è un'opera da 1,1 miliardi di euro, in cui sicuramente tutto il personale, di tutti i livelli, della BCE, starà più comodo e lavorerà meglio, solo che la domanda che sorge spontanea è: ma la BCE non aveva fatto già abbastanza danni nella sede vecchia, che ha avuto bisogno di una sede nuova?

Prima ancora di parlare di quanto accade nelle strade di Francoforte c’è da fare una piccola riflessione sul costo dell’edificio: 1.100.000.000 di euro, sì, un miliardo e cento milioni di euro, certo che per esser la sede dell’organismo che per anni ha contribuito a massacrare la gente ribadendo la necessità di portare tutti le pezze al culo, quando poi ha usato i soldi dei contribuenti (quelli delle pezze) per acquisire proprie proprietà, non ha badato a spese.
È ovvio che questo, prima ancora che come passaggio ufficiale della BCE, debba esser interpretato secondo la logica di sempre: i sacrifici riguardano senza eccezione, solamente le stesse persone ed è normale che la rabbia sia montata da più parti, sino al punto che stamattina, già all’alba, fossero in zona per dar vita alla propria protesta, migliaia di persone giunte da ogni parte d'Europa, aderenti ai movimenti anti-austerità e anti BCE.

Bloomberg la rete di canali satellitari e via cavo che trasmette in tutto il mondo, ventiquattro ore al giorno, ha dato una cronaca particolareggiata e continuamente aggiornata delle convulse fasi della giornata, cronaca poi rilanciata dai vari mezzi d’informazione e da tantissimi siti on line e che è inutile descrivere nelle sue fasi, anche in queste righe.

È sufficiente dire che è stata praticamente guerra urbana; tutta la zona è stata recintata con filo spinato e il resto è andato come da copione: auto della polizia incendiate, elicotteri che sorvolavano la zona, lancio di lacrimogeni, utilizzo di cannoni ad acqua per disperdere la folla, spray urticanti al peperoncino, manganellate, persone arrestate, poliziotti feriti dal lancio di pietre e traffico della zona est della città mandato in tilt perché i manifestanti hanno anche bloccato il ponte principale di Francoforte sul fiume Meno.

Werner Renz, un rappresentante del movimento ATTAC citato appunto da Bloomberg ha dichiarato: “Ora il nostro focus è la Grecia: in Europa abbiamo bisogno di più Atene e meno Berlino. La Grecia non può ripagare da sola il suo debito: l'austerità non può essere la via per risolvere il problema.”, parole sensate, ma purtroppo sin qui inascoltate se si è arrivati a protestare non per conquistare diritti, ma per difendere i brandelli ultimi di quelli rimasti, se si è arrivati a protestare non per difendere il proprio lavoro, ma la propria dignità, se si è arrivati a protestare perché il capitale denaro ha pensato che il denaro si poteva fare con altro denaro e non con il lavoro, tagliando fuori da questo un’intera generazione.

Ma alla fine l’inaugurazione c’è stata e Mario Draghi ha tenuto il suo discorso nell’ambito della cerimonia; mentre fuori erano ancora vivi i clamori della protesta, le sue parole hanno toccato diversi temi, innanzitutto ha definito “Ingiuste” le accuse alla BCE, dal momento che questa sta tentando “… esattamente di assorbire gli shock sofferti dall'economia …” e ha aggiunto pure che “… come banca centrale dell'intera Eurozona, dobbiamo ascoltare molto attentamente ciò che tutti i cittadini ci dicono. “.

In un successivo passaggio ha poi speso parole su i “tempi difficili” che molti cittadini d’Europa stanno vivendo e non è mancata una riflessione politica quando ha detto che bisogna ascoltare “la richiesta di cambiamento” che oramai, in più di un caso, è veicolata attraverso il populismo di alcuni partiti.
Insomma, tra il lancio e un altro di lacrimogeni, tra uno spruzzo e un altro di cannone ad acqua, ha ribadito concetti vecchi, detto parole già dette da altri, secondo un vecchio, liso e indecente copione che mette tutti insieme i personaggi della più recente storia d’Europa.

Adesso, su questa cosa non si possono che fare riflessioni amare, soprattutto immaginando quanta e quale speculazione si farà sulla “guerriglia” e la “violenza”, quando il comitato d’affari della borghesia ha scientemente perpetrato una strage sistematica delle conquiste sociali, varando asfittici e occhiuti provvedimenti di tipo economico, risultati alla fine disastrosi verso quei paesi e quelle economie che difficilmente possono obbedire ai diktat della troika.
I programmi, infatti, imposti in questi anni a Grecia, Portogallo, Irlanda e Cipro, hanno avuto una ricaduta così feroce da aumentare la disoccupazione sino a quattro volte il già insostenibile numero di partenza , violentato il dialogo sociale, distrutto il diritto alla salute e non solo: il taglio dei salari, ha decimato le PMI, travolte dalla contrazione della domanda interna, tanto che il crollo del Pil, non ha fatto che rendere i poveri, ancora più poveri.

Vorrei che qualcuno mi aiutasse a ridefinire il concetto di “violenza legale”, qualcuno che mi aiutasse a trovare una definizione che possa ben connotare quelli che con il loro operato, hanno fatto sì violenza alle speranze di milioni di giovani, o alla dignità di lavoratori cui è stata cancellata la storia della loro vita e che sanno che difficilmente qualcosa potrà esser scritto per i propri figli, padri di famiglia rimasti senza lavoro, o a donne cui viene continuamente ricordato che il mondo può appartenere loro solo in seconda battuta.
Questi no, non vengono chiamati violenti, questa è gente che ieri mattina all’inaugurazione della nuova sede BCE ha messo il vestito delle grandi occasioni e sfoggiato una cravatta firmata.

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