22.5.15

NESSUNO DIFENDE GLI INTERESSI DEI LAVORATORI. ALLE ELEZIONI REGIONALI DELLA TOSCANA DEL 31 MAGGIO NON ANDARE A VOTARE



Alle prossime elezioni regionali della Toscana il Partito Comunista dei Lavoratori non sarà presente a causa di una assurda e antidemocratica legge elettorale. Va raccolto un numero esorbitante di firme per ogni circoscrizione (rendendo di fatto impossibile l'accesso a nuove forze politiche), una volta raccolte le firme ci sono poi delle soglie di sbarramento altissime (il 5% per le liste che si presentano da sole, il 10% per le coalizioni) e un premio di maggioranza che rende ridicolo il concetto stesso di democrazia borghese. L'offerta politica quindi alle prossime regionali sarà molto limitata e non andrà oltre le forze politiche che in questi ultimi anni sono state presenti in consiglio regionale. Tutte forze politiche che restano nel quadro delle compatibilità capitaliste e tutte compromesse con le politiche di austerità del governo e dell'Unione Europea. Da questo non si discosta neanche la lista di sinistra SI Toscana - Toscana a Sinistra che candida Tommaso Fattori alla presidenza della regione. Una lista nata dal compromesso tra le forze politiche di quel che rimane della sinistra "radicale" toscana (SEL, PRC e PCdI) con qualche spruzzata dei movimenti per i beni comuni. Una lista che non mette al centro della propria attenzione la difesa degli interessi di classe dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, dei migranti, dei senza casa, ma che ci ripropone la solita novella riformista che tanti danni ha fatto in questi ultimi anni. In più le liste di Si Toscana sono infarcite di candidati che negli ultimi anni si sono distinti per il loro opportunismo politico, da una parte a parole si dichiaravano oppositori del PD e del governo Renzi, dall'altra entravano in giunte locali (comuni provincia e anche in regione) sostenendo le amministrazioni del PD. Pertanto oltre ad avere un programma assolutamente riformista e compatibile con le logiche di austerità c'è anche una pregiudiziale sull'affidabilità di molti dei personaggi candidati. Per questa lista non si può parlare neanche di socialdemocrazia, il loro orizzonte è chiuso in questa società, magari con qualche contentino per i più deboli ma senza mettere in discussione un sistema barbaro e iniquo. Inoltre bisognerebbe chiedere conto ai partiti che compongono la lista Sì di quello che hanno approvato e condiviso insieme alla giunta Rossi in questi anni: la privatizzazione selvaggia di servizi come la distribuzione dell’acqua pubblica; il disfacimento della sanità a favore degli interessi privati, l’aumento dei ticket per le fasce più deboli e dei lavoratori; il progetto TAV; il rigassificatore di Livorno, fermo - ma inutile e pericoloso - costato un miliardo, regalato ad IREN e E.ON tramite gli aumenti delle bollette energetiche; per non parlare dell’agibilità politica tragicamente concessa a gruppi apertamente fascisti e xenofobi come Casapound e Forza Nuova; nessuna difesa dell’occupazione. Siamo certi, malgrado questo disastro, che in mancanza di chiari riferimenti politici in difesa dei lavoratori, molti di questi si affideranno comunque la lista Sì in virtù del ragionamento che comunque sia si tratta del “meno peggio”. È una scelta che rispettiamo, ma la nostra prospettiva nasce dalla completa sfiducia verso questi settori che in anni di compromessi, svendite e opportunismi hanno dilapidato non solo una chiara opposizione di classe verso le scelte confindustriali del PD, ma in più hanno anche gravemente danneggiato la coscienza di classe nei territori. Dunque abbiamo deciso di non legittimare questi percorsi. Contro l’attacco senza precedenti dei governi (sia di quello nazionale che di quelli locali) bisogna rispondere con altrettanta radicalità. Non essendoci liste che non si sono compromesse negli anni passati e anche attualmente nelle giunte locali con i governi del PD, non essendoci liste che mettono al centro della propria attenzione la difesa intransigente dei diritti della classe lavoratrice, non vediamo nessun motivo valido per dare anche soltanto una indicazione di voto; valga la parola d’ordine che è risuonata nelle manifestazioni di tutto il mondo: 
LA CRISI LA DEVONO PAGARE I CAPITALISTI, SE NE VADANO TUTTI GOVERNINO I LAVORATORI. 

Pertanto il PCL della Toscana invita al boicottaggio delle elezioni regionali. 

Solo la lotta paga. 

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

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