La
repressione si rende di questi tempi pervasiva e violenta quando la si
contrasta con decisione. La repressione è anche, è soprattutto la scure che
cala di mannaia quando alla peggiore porcilaia fascista, si risponde fermi di
azione militante.
I
fatti di Piazza della Repubblica e le vicende che si sono susseguite alle
Piagge, nella recrudescenza di distanza, l’una di due anni, l’altra di sei
mesi, dimostrano chiaramente che talune dinamiche in seno alla dialettica della
democrazia borghese, sono lontane a morire, anzi si rinfocolano, soprattutto
quando la teppa nera sapientemente diretta, si rende strumentale al facile
forcaiolo pretesto xenofobo e nella finalità ultima dello sfruttamento dei
proletari e malgrado la stessa, si sia presa anche il disturbo di legiferare
uno Scelba quasi mai applicato.
E’
drammatico pensare che solo l’azione degli antifascisti, si sia configurata
come allarme ed avvertimento per quanto consentito alle Piagge, diversamente, si
sarebbero tranquillamente tollerate le provocazioni di Forza Nuova - sulla
vulgata oramai consueta da tali figuri portata avanti, riguardo l’emergenza della
crisi economica.
E
infatti: Firenze, città medaglia d’oro della Resistenza, si è vista oltraggiata
dalla decisione della Questura, di concedere l’agibilità di piazza a
quell’estrema destra, marcescente e di putrido frutto, di un Roberto Fiore e
Massimo Morsello .
Il
fascismo e chi ne fa apologia, compie reato, impedirne dunque ogni tipo di intervento
politico, non si rende come la negazione di un diritto ma piuttosto si palesa
come la capacità di rigettarne in forti anticorpi, le molteplici e subdole
forme ed espressioni.
Non
è possibile infatti assistere, indifferenti, ai fomentatori di odio che
soffiando sulla brace del malcontento, del disagio della solitudine e degrado
delle periferie, utilizzano il particolare e difficile momento storico per
dividere il fronte della classe.
Ciò
che è accaduto a via Pistoiese, il 6 dicembre, in realtà dimostra altro, rende
evidente la cecità, l’irresponsabile
conduzione dell’ordine pubblico e quindi, ancor più gravemente l’incapacità politica nell’amministrazione
cittadina.
Ciò
che è stato richiesto tra pene detentive e condanne ai militanti antifascisti e
ad un compagno del Pcl, non possono non avere l’evidenza di un’ulteriore offesa
e ferita, nella provocazione da parte di Forza Nuova, di nuovi cortei (che
proprio oggi sfileranno a Firenze e Bologna).
A
maggior ragione e nella cornice di tale pericolosa ascesa e della destra più
livida, camaleontica eppure sempre pronta e presente quando si tratta di
cavalcare e svuotare le crisi cicliche del capitalismo a proprio vantaggio,
nella propaganda della paura, di certo non calmierata dal sistema di informazione
che piuttosto ne esalta gli stereotipi, è importante dare ancora una volta un
segnale forte che dia la misura esatta del capo mai chino, di una voce che non
si tacita, a dispetto del deterrente autoritario e giudiziario che sbirraglia e
magistrati, offrono in dimostrazione muscolare.
E
se i fascisti, possono godere del servizio d’ordine armato delle forze
dell’ordine, gli antifascisti, continueranno, pur se di continuo criminalizzati,
nella lotta estenuante per contrastarli, in particolar modo in tutti quei tentativi
che costoro utilizzano nell’ alimentare insicurezza ed odio sociale.
E’
importante dunque la presenza di tutti i compagni e le realtà antifasciste in
azione di solidarietà e pugnace resistenza, al corteo di sabato 17 ottobre,
alle ore 15.00, in piazza San Marco.
PCL - SEZ. FIRENZE
PCL - SEZ. FIRENZE
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