23.6.16

ALLA FINE ERA MEGLIO IL PRC

Solitamente non commento su facebook ma questa volta non me la sento di tacere. Leggo i commenti sulle elezioni di compagni e compagne che parrebbero stufi delle nostre critiche a chi ha deciso di appoggiare De Magistris o i 5 Stelle. Oltre al fatto che credo sia legittimo criticare le scelte di altre organizzazioni, la battaglia politica è fatta anche di queste cose, la cosa che più mi disturba sono i commentini ironici sul partito dello zero virgola o sul fatto che noi saremmo rinchiusi in una torre d'avorio o che non ci vogliamo sporcare le mani e quindi non appoggiando queste liste non faremmo niente, ecc, ecc Purtroppo questi discorsi li abbiamo già sentiti tante altre volte negli anni passati e sono un classico nella storia del movimento operaio e comunista. L'accusa di estremismo o di non volersi sporcare le mani è sempre stata l'anticamera di compromessi a perdere, fatti da coloro che in nome della tattica si perdono per strada poi i principi. Io non sono un fine teorico e quindi non scomodo ne Lenin ne altri classici, ma mi voglio limitare ad un fatto molto semplice. Pensare che una piccola forza (e tutti lo siamo) possa entrare nelle contraddizioni di una grande forza e piegarla in nostro favore è una tattica che non ha mai funzionato, anzi è sempre successo il contrario. Pensare di poter cambiare rotta alla Raggi a Roma oppure dipingere De Magistris come un governo locale di rottura con il neoliberismo significa non dire la verità. Candidarsi a governare, anche localmente, significa accettare le regole del gioco che ci impone il nemico di classe. E non è la stessa cosa di presentarsi alle elezioni per motivi propagandistici. In più credo vada fatta un minimo di analisi di classe su cosa rappresentano queste forze politiche, quali interessi vanno a difendere. Sia i 5S che De Magistris rappresentano forze politiche interclassiste, animate da un populismo piccolo borghese (nel caso dei 5 stelle anche spesso reazionario ed antioperaio), totalmente slegate dalla classe e anzi animate da un interclassimo che ne fa il loro marchio principale. Non mi scandalizzo per il voto "tattico" che alcuni compagni possono aver dato, mi scandalizzo invece per l'appoggio esplicito di alcune organizzazioni a tali movimenti. E' illusorio pensare di battere Renzi e il Renzismo cercando di cavalcare un cavallo che non è il nostro, è molto probabile invece cadere e farsi del male. A chi ci accusa di chiacchierare tanto e agire poco, anche qui a Firenze in cui pare che siamo anni luce indietro rispetto al "movimento di Napoli", rispondo che se agire significa saltare su questi carri meglio stare fermi a meditare. Ma nella realtà sono i fatti che smentiscono questa "accusa", noi insieme a tanti altri compagni e compagne siamo presenti in tante lotte e alcuni di noi ne pagano anche le conseguenze. Per finire mi vengono le ultime due riflessioni, la mitizzazione di Napoli e del suo movimento mi ricordano molto la mitizzazioni di qualsiasi esperienza avveniva negli anni passati in America Latina, dalle guerriglie al chavismo fino ad arrivare oggi a sostenere il lulismo o Correa... chi vedeva in Sendero Luminoso la via per il comunismo, chi parlava di un Venezuela socialista, chi si emozionava per la vittoria dei sandinisti dopo anni di ruberie e di corruzione... tutte illusioni poi miseramente crollate perchè spesso non reali, dettate forse dalla nostra debolezza e quindi dal cercare sempre un qualcuno a cui doversi ispirare. La seconda invece è ancora più terra terra. Per anni in Italia c'è stata una organizzazione politica del movimento operaio che ha rappresentato un punto di riferimento (nonostante tutti i limiti e le contraddizioni e ve lo dice uno che ci ha militato sempre all'opposizione) per la classe. Nessuno si è mai sognato di parlare nei termini in cui oggi si parla di De Magistris o della Raggi o della Appendino, anzi il prc da molti compagni giustamente veniva attaccato per i suoi compromessi a perdere, per il suo riformismo, ecc. Ma lasciatemelo dire, il PRC era meglio che stare al fianco di un magistrato dell'Italia dei Valori o di un movimento 5 stelle che imbarca cani e porci, fasci e sbirri, ma tutti e due si guardano bene dall'imbarcare i lavoratori ed i loro conflitti. Ci troviamo isolati nel movimento? pace, continueremo a dire la nostra ed a partecipare alle lotte che ci sono sempre in una prospettiva anticapitalista, internazionalista e rivoluzionaria.

Simone Faini

Nessun commento:

Sostieni il PCL

Sono in vendita le nuove magliette del PCl a 12 € l'una più spese di spedizione, mettiti in contatto con la nostra mail per acquistarle