27.7.17

SUL VENEZUELA. SCHIACCIARE LA MUD, RESPINGERE IL TENTATIVO DI GOLPE. PORTARE A TERMINE LA RIVOLUZIONE.




 Capita di leggere sempre più spesso i deliri dei militanti morenisti della #lit -#pstu (Lega internazionale dei lavoratori - morenista e Partito Socialista Unificato dei Lavoratori - Brasile) e dei loro affiliati italiani del #pdac (Partito di Alternativa Comunista) sul Venezuela. 

 Questi compagni sostengono che in Venezuela è in corso una rivoluzione democratica contro la dittatura burocratica del presidente Maduro. Parlano di un movimento di massa che avrebbe obiettivi "democratici". Prima di tutto bisogna sfatare i tre falsi miti che portano questi compagni su posizioni così sbagliate. 

 1- Sostengono che in Venezuela c'è una dittatura. Il governo Maduro è sicuramente un governo autoritario ma non si può parlare di dittatura. Siamo in presenza di una dittatura quando in un paese è vietato qualsiasi tipo di opposizione ad un governo. Quando si ricorre alla violenza sistematica per impedire qualsiasi forma di dissenso. Quando si è in presenza di una repressione spietata verso gli oppositori politici. Questa non è la situazione del Venezuela. L'opposizione è legale, partecipa e vince anche le elezioni. Possiede mezzi di comunicazione di massa, organizza cortei e manifestazioni, addirittura organizza un referendum "illegale" per delegittimare il presidente Maduro. 

 2-In Venezuela c'è un movimento di massa contro il governo. L'attuale movimento che negli ultimi tre mesi ha raccolto le attenzioni della stampa mondiale (di quella dei paesi imperialisti) non è un movimento di massa progressista. E' un movimento composto in maggioranza dalla media e grande borghesia perlopiù dei quartieri bene di Caracas, da una parte abbastanza consistente del movimento studentesco, e da una massa di manovra raccolta nelle favelas delle periferie (spesso anche in cambio di soldi e favori). La borghesia venezuelana si sta mobilitando perché vorrebbe tornare a godere dei privilegi di cui ha goduto negli anni d'oro del "Venezuela Saudita", quando i ricchi di Caracas andavano dal parrucchiere in aereo a Miami. La classe lavoratrice è invece totalmente assente da questo movimento. Quindi, come già successo in Ucraina, si deve parlare di un movimento reazionario di massa. 

 3-In Venezuela c'è una situazione pre - rivoluzionaria. Per essere quella attuale una situazione pre-rivoluzionaria manca una delle tre condizioni fondamentali. In Venezuela siamo in presenza di una crisi politica e di una grave crisi economica ma non siamo in presenza di un movimento di massa delle classi subalterne. I lavoratori non sono scesi in campo, una buona parte di loro sostiene ancora il governo. Sopratutto le masse non si riconoscono nella mobilitazione della destra che sta sempre più assumendo i caratteri di una insurrezione golpista. Le manifestazioni della MUD (Mesa di Unidad Democratica-coalizione dei vecchi partiti borghesi che hanno saccheggiato il Venezuela per decine di anni in combutta con l'imperialismo yankee) si caratterizzano sempre più per l'estrema violenza gratuita, vengono saccheggiati magazzini, incendiati negozi ed ospedali, uccise decine di persone innocenti, fino a bruciare vivo un sostenitore chavista. La protesta sta quindi assumendo un carattere squadrista, un po come successe in Ucraina con la mobilitazione reazionaria di piazza Maidan. 

 Per i morenisti incappare in questi errori non è una novità. Si sono emozionati per la mobilitazione reazionaria di massa in Ucraina esaltando piazza Maidan (infarcita di fascisti come Svoboda e nazisti come Pravy Sektor ) e paragonandola a piazza Tahrir. Hanno parlato per mesi della rivoluzione Ucraina senza accorgersi che in piazza c'erano fascisti e nazisti. Il risultato di quella "rivoluzione" è sotto gli occhi di tutti. L'Ucraina si ritrova con un governo iper reazionario e con un movimento operaio totalmente distrutto sotto i colpi della repressione. Non si contano i compagni uccisi dalle squadracce fasciste (quelle che animavano appunto piazza Maidan) fino ad arrivare all'incendio della casa dei sindacati nel Donbass dove sono stati assassinati decine di compagni e compagne. Hanno sostenuto e sostengono la "rivoluzione siriana", in particolare simpatizzano per l'esercito libero siriano (ELS). Si sono messi alla coda della destra reazionaria in Brasile nel 2016 dando una copertura di sinistra al golpe istituzionale. Posizione che è costata al Pstu una scissione che ha visto uscire dal partito un terzo dei militanti. 
Si potrebbero fare decine di altri esempi sulle posizioni internazionali assurde della lit. In Venezuela, a differenza di quello che dicono stalinisti e riformisti, non c'è il socialismo. 

 Il regime di Maduro non ha niente a che vedere con il comunismo. Si tratta di un governo nazionalista piccolo borghese di sinistra. Un governo di fronte al quale i comunisti non possono che stare all'opposizione. Un governo che è stato presentato dai settori sia riformisti che stalinisti come un tentativo originale di costruzione del socialismo, addirittura è stato coniato il termine "socialismo del XXI secolo", un inganno enorme verso i lavoratori sia del Venezuela che di tutto il mondo, l'ennesima truffa spacciata per socialismo. Il governo Maduro paga le scelte sbagliate del chavismo, sia le scelte economiche fatte negli anni del petrolio a 100 dollari al barile (elargizioni e lieve redistribuzione del reddito verso le classi popolari ed una economia totalmente dipendente dal petrolio) sia e sopratutto le scelte politiche (rimanere all'interno dell'economia di mercato, pagare il debito estero agli strozzini imperialisti) ed ora si trova davanti ad una crisi economica pesantissima. Inflazione all'800%, carenza dei beni di prima necessità , corruzione dilagante, violenza a livelli altissimi. 

 L'attuale movimento di opposizione è pero egemonizzato dalle forze reazionarie della destra, dietro alle proteste (che si stanno sviluppando principalmente nei quartieri ricchi di Caracas) c'è la mano della vecchia borghesia venezuelana e l'appoggio dell'imperialismo nordamericano. Non è un caso l'enorme spazio che viene dato dai media occidentali ai fatti venezuelani. Una informazione a senso unico che travisa totalmente la realtà tanto che un nutrito gruppo di italiani li residenti ha fatto una petizione inviata a Rainews per denunciare la falsità e la faziosità dei servizi Rai. 

 In piazza a Caracas ci sono migliaia di persone mobilitate quasi tutti i giorni, in maggioranza borghesi, ed un settore di sottoproletariato spesso sul libro paga dei partiti della destra che sta provocando i gravi incidenti che hanno portato alla morte di un centinaio di persone ed alla distruzione ed al saccheggio di strutture pubbliche compresi ospedali e centri medici. 

 In Venezuela al momento non esiste una forza rivoluzionaria capace di dare una direzione. Sbandierare la parola d'ordine della cacciata del governo Maduro significa nella pratica dare il via libera ad un futuro governo Capriles (il leader della Mud e vecchio golpista coinvolto in prima persona nel golpe del 2002 valorosamente respinto dai lavoratori venezuelani). Al momento non ci sono alternative a questa prospettiva. 

 I rivoluzionari venezuelani devono invece sfidare la base chavista e proporre un fronte unico che abbia come obiettivo "schiacciare la Mud e la destra reazionaria" con l'obiettivo poi di portare a termine la rivoluzione espropriando la borghesia (sia quella vecchia che quella nuova "bolivariana") e cacciare la burocrazia corrotta. 

 Insomma fare quello che più volte ha detto Chávez ma che poi non ha mai fatto. L'Assemblea costituente voluta da Maduro (pur con tutti i distinguo da fare sulla effettiva democraticità di questa assemblea) per cercare di uscire dall'impasse può essere una prima occasione per sfidare i chavisti. È una occasione a cui la sinistra rivoluzionaria venezuelana non può mancare. Consiglio a tutti di leggere l'ottimo articolo dei compagni di " opcion obrera" che spiega in maniera chiara e dettagliata i compiti che hanno davanti i nostri compagni in Venezuela. 


SF

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