30.5.18

La resa dei conti tra la Borghesia della Troika e la Borghesia populista e sovranista





Oggi qualcuno ha scoperto che la politica è alla mercé del capitale e creduto che Savona, ex direttore generale di Confindustria e ministro dell'Industria del governo Ciampi (lunghi anni a fianco di Guido Carli e che da ministro del Tesoro firmò per l'Italia il trattato di Maastricht), tecnico di La Malfa nel Partito Repubblicano, dirigente della Banca d’Italia, collaboratore del governo Berlusconi, tra i promotori dell’università privata Luiss ed inserito in innumerevoli consigli di amministrazione, in ottimi rapporti con il governi USA - tanto da vantare un’importante presenza all’ Aspen Institute - il maggiordomo del capitalismo finanziario, sia un tribuno del popolo, l’uomo dell’antisistema semplicemente perché ha scritto e detto che l’euro presenta un tasso di cambio troppo forte ed è dunque moneta di scarso vantaggio e la Germania, un peso dominante in Europa. Pochi semmai ragionano sul fatto che se fosse diventato ministro dell’economia, si sarebbe trovato con il proprio capo di governo che avrebbe lasciato così come è l’articolo 81 della Costituzione. Quello rieditato dal parlamento e che aveva votato la fiducia al governo Monti. 

Per intenderci: lo stesso che inserisce nella nostra Carta, l’obbligo di pareggio di bilancio voluto dal (il più terribile tra i patti europei) fiscal compact. Riguardo Mattarella (non vi sciorino il curriculum da altrettanto boiarda di Stato, mi scoccio), credevate si sarebbe tenuto le braghe addosso? Figuriamoci e poi gli avvertimenti erano stati così chiari, adamantini: il Financial Times, aveva paragonato le due forze politiche vincitrici a dei barbari all'attacco su Roma, il francese Libération e il quotidiano Die Welt si erano incupiti di biasimo, la Commissione Europea tuonato con il vicepresidente Valdis Dombrovskis che ha ricordato a Roma del suo debito pubblico. Bruxelles, addirittura, novella vergine dagli occhi di colomba, preoccupata delle politiche migratorie dell'Italia. 

E non sarà inseguendo la Lega e i Cinque Stelle che possiamo analizzare i piani di forza che vanno presi in consegna sì ma da un punto di vista di classe – e se qualcuno trova il termine ridondante, liturgico, si consoli, gli economisti del capitale lo utilizzano con estrema generosità, per costoro, ha la concretezza dei calci in culo che ci danno mentre stringono il morso della briglia -. E aggiungo e con affetto lo scrivo, qualcuno porga i sali a Cremaschi.

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