4.12.06

Chavez vince le elezioni in Venezuela


Con il 62% circa dei voti Chavez si conferma presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Dopo le vittorie di Morales in Bolivia, Lula in Brasile, Correa in Ecuador, anche il Venezuela si conferma nel generale avanzamento delle sinistre in America Latina.

La vittoria di Chavez è importante per due motivi, primo perchè la Rivoluzione Bolivariana rappresenta una spina nel fianco per l'imperialismo yankee e secondo perchè in questo momento il Venezuela rappresenta, pur tra mille contraddizioni, una speranza per i milioni di diseredati che popolano il sud del mondo.


Il rafforzamento dell'asse Cuba-Venezuela-Bolivia rappresenta un problema molto serio per l'imperialismo perchè questi tre paesi del terzo mondo stanno facendo vedere a tutto il continente che è possibile costruire una società diversa, delle relazioni economiche e di scambio non fondate soltanto sul valore di mercato di un bene ma fondate sulle necessità dei popoli (petrolio venezuelano in cambio di inseganti e dottori cubani) e questo esempio si sta pericolosamente allargando a macchia d'olio. Non è un caso che per la prima volta dopo molti anni in Palestina ed in Libano si vedano ritratti di Chavez anzichè di qualche esponente islamico.


Con questo non vanno nascosti i limiti del chavismo e ancor di più quelli di Morales. Probabilmente non saranno loro a condurre i popoli di Bolivia e Venezuela al socialismo però in questo momento è fondamantale per i comunisti stare dentro il processo rivoluzionario e cercare di spingerlo in avanti, fin dove è possibile. Sarebbe una tattica suicida quella di tirarsi fuori in nome della purezza rivoluzionaria, come purtroppo alcuni gruppetti stanno facendo, ripetendo la solita frase che il compito del proletariato oggi in Venezuela è quello di costruire il Partito e che il Partito deve essere indipendente e quindi opporsi alla rielezione di Chavez. E' ovvio che il compito della classe in Venezuela è quello di ricostruire la propria organizzazione rivoluzionaria e che questa debba poi essere indipendente dalla borghesia, ma non vedo questo percorso in contraddizone dallo stare all'interno dei processi rivoluzionari. Chi oggi si tira fuori dalla lotta, in un momento così importante in cui è in corso uno scontro cruciale tra l'imperialismo e le masse sudamericane, non soltanto non verrà capito dai lavoratori, dai poveri, dagli abitanti delle miserabili baraccopoli che per la prima volta nella loro vita hanno visto un medico o una scuola, ma verrà giustamente tacciato di tradimento al di là delle belle parole che potrà scrivere sul proprio giornaletto magari citando qualche grande rivoluzionario del passato.




SF PCL Firenze

2 commenti:

Anonimo ha detto...

OT: MAI scrivere per esteso il permalink su kilombo altrimenti sballa il template. grazie per la collaborazione.
supramonte (redazine kilombo)

Anonimo ha detto...

Una curiosita' la simpatia per l'istrionico, identitario, bolivariano, socialista nazionale non e' in contrasto con la vostra cieca ortodossia marxista

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