26.6.11

IL MODELLO MARCHIONNE DILAGA IN TUTTO IL MONDO DEL LAVORO

La crisi che attraversa il gruppo Carrefour torna a minacciare la vita ed il posto di lavoro dei lavoratori. Carrefour ha infatti annunciato 77 esuberi nei punti vendita della Toscana suddivisi in 42 per il centro commerciale di Pisa e 35 per quello di Massa, tutti lavoratori per i quali è stata avanzata la richiesta di mobilità.
Il gruppo Carrefour, che è già ben noto per i suoi comportamenti antisindacali (è stato infatti piu' volte condannato per attività antisindacale, ad esempio a Torino, quando ha utilizzato lavoratori interinali per sostituire lavoratori in sciopero nelle medesime mansioni), è arrivato all'annuncio dopo tutta una serie di accordi che prevedono il lavoro domenicale, riduzione delle ferie, taglio drammatico delle spese di gestione interne attraverso l'aumento della flessibilità.


Come Partito comunista dei Lavoratori abbiamo denunciato la potenzialità di un esplosione epidemica del modello Marchionne in tutto il mondo del lavoro già dopo l'accordo di Pomigliano, in aperto contrasto con tutte quelle posizioni dominanti nel centrosinistra con capofila il PD, che vedevano (o pretendevano, in aperta malafede, di vedere) nel ricatto di Pomigliano un evento unico dovuto alle condizioni specifiche di quello stabilimento.
Oggi la realtà è sotto gli occhi di tutti: il modello Marchionne è una piaga che ha travalicato con forza i confini del settore metalmeccanico per dilagare in tutti i settori del mondo del lavoro, ponendo sotto ricatto, di fatto, tutti i lavoratori. Nel caso specifico del settore del commercio, le manovre di Carrefour in Toscana vengono poche settimane dopo che anche Unicoop Firenze ha annunciato che farà ricorso ad una New.Co. in cui far confluire i vari punti vendita meno redditizi, si tratta di 17 negozi diffusi tra le province di Arezzo, Pisa, Prato e Firenze. I lavoratori che passeranno alla New.Co si vedranno aumentare l’orario da 37 a 40 ore lavorative e perderanno il contratto nazionale di categoria.
Risulta chiaro come la manovra di Marchionne non sia stato un attacco limitato e circoscritto alla FIAT, ma sia la testa di ponte di un’aggressione generalizzata e feroce a tutto il mondo del lavoro. Il PD è ormai da tempo sempre piu' una forza al servizio di Confindustria, che con la crisi del berlusconismo ha ovviamente bisogno di un nuovo cavallo di razza su cui puntare. Valga come esempio generale la vittoria di Fassino a Torino, l'uomo del SI aperto, dichiarato e rivendicato ai progetti di Marchionne, che tra i suoi primi provvedimenti come sindaco ha ordinato la repressione feroce e violenta del movimento NOTAV in Val di Susa.
Per questo come Partito comunista dei lavoratori della Toscana chiediamo a tutte le forze politiche e sindacali della sinistra anticapitalista di rompere con il centrosinistra e chiediamo specialmente alla Federazione della Sinistra di rompere l’alleanza elettorale stipulata in Toscana con il PD, che rappresenta unicamente gli interessi di confindustria in totale antagonismo con quelli dei lavoratori.

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