30.10.15

CRONACA DI UNA GIORNATA DI LOTTA STUDENTESCA

Un centinaio di studenti partono in corteo da Piazza Santissima Annunziata, volano cori “Siamo diventati ricchi e non lo sapevamo, lo studio è un diritto e ce lo riprendiamo”. Non ci sono sigle, non ci sono bandiere. Gli studenti sono inn corteo in quanto studenti, ci sono fuori sede e fiorentini.
Il corteo avanza fino a Via Farini, scortato da due camionette di polizia e carabinieri.
A metà di via Farini, accanto alla Sinagoga, c'è il Dipartimento della Cultura della Regione. Quando il corteo si ferma, i rappresentanti degli studenti formalmente e istituzionalmente riconosciuti sono già ai piani superiori a parlare con  l'Assessore Monica Barni e il Presidente del DSU Andrea Moretti.
Altri studenti si aggiungono al concentramento, viene chiesto a gran voce di far salire una delegazione di studenti che sono stati toccati dalla riforma dell'ISEE, formata da chi deve entrare nelle case e non può e chi deve uscire e non sa dove andare.
Passa il tempo, gli studenti chiedono di essere ricevuti. Dopo quasi due ore, l'Assessore fa sapere che non riceverà nessuno che non sia istituzionalmente riconosciuto. Il concentramento chiede allora che sia lei a scendere e che i rappresentanti degli Studenti lascino il tavolo delle trattative, tutti hanno diritto di sapere e di potersi esprimere, che scenda l'Assessore.
Inizia a piovere, gli studenti chiedono alla fila di Digos schierata di potersi riparare nell'atrio del Dipartimento, in fondo al quale c'è un cancello di ferro battuto, per cui non potrebbero fare danno. La celere, schierata lì vicino, non aspettava altro. Al minimo cenno degli studenti di voler entrare per ripararsi, i celerini intervengono con caschetto e manganello. Pochi secondi di tensione, la celere si schiera velocemente in due file di tre a difesa dell'ingresso del palazzo d'inverno, che evidentemente gli studenti cercavano di espugnare.
Gli studenti decidono di non continuare la scaramuccia con la celere.
I rappresentanti degli studenti vengono invitati ancora a lasciare il tavolo, dopo qualche minuto ancora, scendono l'Assessore Barni e il Presidente DSU Moretti.
Ed è qui che il sistema si dimostra in tutta la sua crudeltà : passino le camionette, passi la celere un po' troppo zelante, passino i media contro di noi, ma questo no. Perché l'immagine di quel sorriso di sufficienza, di quel sorriso magnanimo di chi è lì perché è buono e non perché lo pagano, basta e avanza a giustificare la rabbia dell'intero movimento, dai lavoratori agli studenti dai disoccupati agli immigrati.
I due scendono, forti della protezione della celere schierata e forti di quella che credono essere la nostra ignoranza, e sorridono. Siamo pezzenti che chiedono una casa, che chiedono i soldi per studiare, per mangiare. E quel sorriso li colloca anni luce da noi.
Inizia un dialogo. Se così possiamo chiamarlo.
La Regione accampa scuse, fa lo scarica barile, “sono entrata in carica da due mesi” “Ero a Miami a insegnare”, non rispondono alle domande dirette, non danno soluzioni sul breve periodo e non possono fare niente per noi. Da tempo, dicono, stanno intavolando discussioni con il Governo per trovare soluzioni a questa situazione, ma l'amministrazione dei soldi non dipende dalla Regione.
Ci vorrebbero così, capre disposte ad ascoltare ogni scusa che ci propinano, ma vorrei ricordare loro che con la Riforma del Titolo V, le Regioni hanno più che facoltà di amministrazione dei fondi stanziati e con il metodo della concertazione Stato Regioni, avrebbero avuto più di un modo per chiedere più soldi.
Gli studenti rimangono ancora un po' ad ascoltare le scuse, i lunghi discorsi su Borse Servizi (il Presidente Moretti parla di 165 euro agli studenti in difficoltà, alla domanda se sa quanto costi una singola a Firenze risponde fiero “una singola? Tra i 350 e i 600 euro”, gli studenti rimangono un attimo in silenzio, come a dargli il tempo di capire il paradosso in cui è appena caduto. Nulla, pare non capire. Uno studente allora chiede la restante parte dell'affitto, il cibo, la carta igenica, con cosa dovrebbe pagarli? Ancora nessuna riposta.
Gli studenti, ancora sotto l'acqua, cominciano a stancarsi delle risposte vaghe. Uno studente interrompe uno dei discorsi del Presidente.
“Ma il 30 Ottobre, cosa succede? Lo riesce a dire senza giri di parole?” Si rivolge all'Assessore. Uno degli obiettivi del corteo era infatti che la Regione si prendesse la responsabilità politica di stare mettendo in mezzo di strada 370 studenti. Sta per intervenire il Presidente del DSU, l'assessore è reticente, non vuole dirlo. Ma gli studenti vogliono che sia lei a dirlo, perché questo assuma un valore politico ben specifico : la Regione dica che scentemente ha messo alla fame gli studenti.
“Il 30 Ottobre..” Esita, forse comincia a temere la folla, si gira, si rinfranca alla vista della celere “il 30 Ottobre, gli studenti esclusi dalle borse di studio dal nuovo modello Isee, dovranno lasciare le proprie abitazioni”.
Gli studenti rimangono un secondo in silenzio, l'ha detto. Ci sono urla. Fischi.
Una parte degli studenti si allontana gridando “Corteo”, rimangono uniti quanto possono ma se qualcuno vuole ancora parlare con chi prende in giro e offende l'intelligenza, faccia pure. Gli studenti hanno sopportato abbastanza, si allontanano e vanno a fare assemblea ad Architettura.
Si riforma il corteo, le grida risuonano in Piazza Sant'Ambrogio “Come mai come mai sempre in culo agli operai – Ora son cambiati i tempi – anche in culo agli studenti”.

L'assemblea si riforma in una delle aule della facoltà, si cerca di analizzare il problema da ogni punto di vista, sia chi dovrà effettivamente uscire dalla casa (anche se purtroppo sono pochi i rappresentanti di questi), chi capisce il problema e chi per umanità è li.
ASSIA LAZZERINI CSR FIRENZE

Nessun commento:

Sostieni il PCL

Sono in vendita le nuove magliette del PCl a 12 € l'una più spese di spedizione, mettiti in contatto con la nostra mail per acquistarle